sorry, come si dice meglio tardi che mai xD
Le lancette, come braccia rotanti, abbracciavano le ore del giorno, definendole, scandandole e dando forma e vita alle giornate di migliaia di uomini.
Prima si usava la luce solare, le meridiane erano i primi orologi, poi la mente umana ha dato vita a quei meravigliosi meccanismi noti come orologi, strumenti di calcolo e misurazione, la cui precisione doveva essere ottimale per poter misurare lo scorrere del tempo.
Bella materia il tempo, per misurarlo deve esserci voluto un genio, o almeno qualcuno di intelligente.
E ora guardava meravigliata quell'enorme meccanismo che scandiva le ore dei giovani Hogwartsiani, gli studenti della più famosa e rinomata scuola di Magia e Stregoneria del mondo.
(Non era un caso se migliaia di studenti stranieri richiedevano l'accesso ogni anno!)
Dovevano essere da poco passate le sei.
Oh che sbadata guarda l'orologio, lo hai davanti e non lo usi nemmeno, stonata!
Isabella fissò per qualche istante le lancette nere che segnavano imperiose l'orario: mancavano cinque minuti alle sei, di lì ad un'ora avrebbero cenato. (Le cene alla scuola erano famose per la loro abbondanza, una sola di esse poteva sfamare un intero reggimento!!)
Spostò la sua attenzione dall'orologio, estraniandosi da quel mondo di perfezione che era il pianeta orologiaio. Il silenzio della sala permetteva di ricostruire i vari rumori, collocarli, dargli un senso e un nome. Sentiva le voci degli studenti più grandi nel cortile o le urla del custode che rimprendeva i monelli di turno, percepiva il suo respiro affannoso, che creava nuvolette di fumo in quel luogo, a ciò si univa il ticchettio dell'orologio lì accanto e il rumore delle scarpe che risalivano le scale.
Questo ultimo rumore la fece rinsavire e prestò maggiore attenzione alla realtà, anzicchè estraniarsi rapita dai suoni circostanti.
Cosa erano quei passi?
Qualcuno la stava raggiungendo?
Bene avrebbe fatto volentieri due chiacchiere con il gentile (o almeno sperava) viadante.
Isa fissò immediatamente la porta dalla quale anche lei era entrata poco prima, sicura che di lì a poco qualcuno sarebbe sputanto e avrebbe fornito ad entrambi, a meno che non si conoscessero già e in quel caso avrebbero approfondito al loro conoscenza, la possibilità di fare una nuova e sincera (sperava, dicevano che i Serpeverdi non erano socievoli come gli altri)amicizia. Alcuni istanti passarono. Niente, tornò a fissare nuovamente l'ingranaggio.
Pochi istanti dopo qualcuno era entrato e lei voltatasi verso il nuovo arrivato, o arrivata, intravide una figura femminile, alta quanto lei (e questo le fece affermare che fosse una matricola proprio come lei) e dall'aspetto grazioso, fissarla in modo poco carino.
Sorrise per prima e si limitò a poche semplici parole. Anzi ad una precisamente.
- Ciao -asserì la giovane ragazzina di Corvonero mentre aspettava che la ragazza appena giunta abbandonasse l'espressione scocciata che aveva assunto nel momento in cui l'aveva vista.