| Dov'ero rimasto? Ah. Sì. Già. Ecco, perfetto, ero anzi, eravamo rimasti, al ballo di Natale. Ma meglio evitare di ricordare ciò che successe quella sera... Per il bene di Frank. Perchè, come avrete intuito, fu tutt'altro che una bella serata per il nostro Nano. Comunque, erano passati un paio di giorni. La pioggia batteva contro le vetrate di tutto l'edificio; erano ore che pioveva e nemmeno durante la notte aveva smesso di scendere acqua. C'era un senso di agitazione generale per la scuola, un'agitazione post-festa, dove tutti si spostavano da una sedia all'altra, tutti scherzavano e ridevano, tutti sorridevano per battute tutt'altro che divertenti, tutti tranne uno. Tutti tranne il nostro Iero che guardava (e contava) le gocce che rigavano la finestra accanto a lui. E alzava il viso, osservando il soffitto incantato della Sala Grande. Puah. Sbuffando, si alzò di scatto cominciando, una volta raggiunte, a salire le scale, più in fretta che poteva. Primo piano. Secondo piano. Terzo. Le lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi nocciola del ragazzino. Quarto piano. Non avvertiva nemmeno la fatica. Quinto piano. Sesto. Settimo. Si fermò, con un banfone immane. Si guardò attorno: nessuno. Riprese a correre ritrovandosi davanti alla statua. Era da pochi mesi in quella scuola ma aveva già svelato tanti dei suoi numerosi segreti. Non che fosse difficile, ecco. Più della metà degli studenti sapeva dell'esistenza della Stanza delle Necessità, ma metà di questa metà non conosceva davvero cos'erano in grado di fare quelle pareti. Comunque, non pensò ad altro che a pace e tranquillità. Era tutto quello che desiderava. Estraniarsi dal mondo. Da tutti i problemi (alquanto infatili) che lo provavano in quei giorni. Pensò alla musica. E, con ancora gli occhi lucidi, varcò la soglia della stanza. C'era un pianoforte. Non sapeva suonare il pianoforte. Ma, in effetti, c'era qualcuno che lo stava già suonando.
Edited by Oh, Frankie! - 26/12/2008, 15:56
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