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Yesterday., Per Estelle.

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Hey Jude!
view post Posted on 20/12/2008, 18:44




Ok.
Le sue aspettative pessimiste non si stavano rivelando poi così fondate.
Nel senso che pensava di recarsi in un luogo in cui vrebbe sentito patologicamente la mancanza di suo nonno, e invece no.
Cioè sì, ma non del tutto.
Uff, è complicato spiegare quel che pensi, ragazzina.
Tanta gente affollava Hogwarts, tanti occhi, tante forme diverse, tanti sguardi diversi, alcuni non li aveva nemmeno visti perchè appartenevano a ragazzi ben più alti di lei.
Eccheccivuoifà, nella botte piccola c'è il vino buono, si dice.
Ad ogni modo, Jude passava le sue giornate vagando per i grandi prati dell'accademia, pensando, leggendo e canticchiando.
Rimase molto delusa nel non trovare nessuna sala con degli strumenti al suo interno.
Fino a quel giorno.
Pioveva a dirotto e dovette dire addio alla sua passeggiata fra i boschi, pertanto si dedicò alla perlustrazione della scuola.
Fu incuriosita da una porta che non aveva visto lì sempre.
A dire il vero non l'aveva vista mai, perciò ne fu particolarmente attratta.
Vi entrò paino, con fare circospetto e con un lieve timore.
Non sapeva a cosa andava incontro.
All'interno era tutta bianca e al centro vi era un painoforte nero.
Sorrise inconsciamente appena lo vide, la tentazione di sfogarlo era immensa, ma se fosse stato uno strano congegno?
Oh beh valeva la pena di rischiare, perciò si sedette e cominciò a premenre lievemente i tasti, così per sgranghirsi le dita, poi iniziò a suonare una canzone insegnatale dal nonno.
Yesterday,
All my troubles seemed so far away,
Now it looks as though they're here to stay,
Oh, I believe in yesterday.

Si sentiva decisamente meglio.
 
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Oh, Frankie!
view post Posted on 26/12/2008, 12:11




Dov'ero rimasto?
Ah. Sì. Già.
Ecco, perfetto, ero anzi, eravamo rimasti, al ballo di Natale.
Ma meglio evitare di ricordare ciò che successe quella sera... Per il bene di Frank. Perchè, come avrete intuito, fu tutt'altro che una bella serata per il nostro Nano.
Comunque, erano passati un paio di giorni. La pioggia batteva contro le vetrate di tutto l'edificio; erano ore che pioveva e nemmeno durante la notte aveva smesso di scendere acqua.
C'era un senso di agitazione generale per la scuola, un'agitazione post-festa, dove tutti si spostavano da una sedia all'altra, tutti scherzavano e ridevano, tutti sorridevano per battute tutt'altro che divertenti, tutti tranne uno. Tutti tranne il nostro Iero che guardava (e contava) le gocce che rigavano la finestra accanto a lui. E alzava il viso, osservando il soffitto incantato della Sala Grande.

Puah.
Sbuffando, si alzò di scatto cominciando, una volta raggiunte, a salire le scale, più in fretta che poteva. Primo piano. Secondo piano. Terzo. Le lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi nocciola del ragazzino. Quarto piano. Non avvertiva nemmeno la fatica. Quinto piano. Sesto. Settimo. Si fermò, con un banfone immane. Si guardò attorno: nessuno. Riprese a correre ritrovandosi davanti alla statua.
Era da pochi mesi in quella scuola ma aveva già svelato tanti dei suoi numerosi segreti. Non che fosse difficile, ecco. Più della metà degli studenti sapeva dell'esistenza della Stanza delle Necessità, ma metà di questa metà non conosceva davvero cos'erano in grado di fare quelle pareti.
Comunque, non pensò ad altro che a pace e tranquillità. Era tutto quello che desiderava. Estraniarsi dal mondo. Da tutti i problemi (alquanto infatili) che lo provavano in quei giorni. Pensò alla musica.
E, con ancora gli occhi lucidi, varcò la soglia della stanza.
C'era un pianoforte.
Non sapeva suonare il pianoforte.
Ma, in effetti, c'era qualcuno che lo stava già suonando.



Edited by Oh, Frankie! - 26/12/2008, 15:56
 
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