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Prima lezione di Storia della Magia

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Archibald Guinness
view post Posted on 21/4/2009, 07:39




Ohhh, la prima lessione di Sstoria della Magia dell'anno. Che meraviglia! Tutti quegli sstudentelli tanto simpatici, con quell'aria tanto ssperduta...Eccetto quelli che avevano cercato di farmi lo sgambetto la ssera prima, ma me ne ssarei dimenticato in fretta.
Perciò, primo anno, prima lessione per quei ragassetti. Un sorriso tremolante si affacciò sul mio viso un po' rugoso, mentre camminavo con il mio passo meravigliosamente lento e incerto fino alla classe. Per fortuna mi avevano messso al primo piano, fare le sscale non era davvero il mio forte.
Già mi immaginavo se ci fosse sstato da sscappare da qualche parte per un'emergenza: <<professsore, corra>> <<certo, sse mi porta in collo lei, corriamo tutti e due.>>.
Inssomma, ero arrivato in classe, e ovviamente era tutta vuota. Che bello l'odore della sscuola, mi entrava nelle narici e mi faceva ssentire come se fossi ancora un giovinetto con tutti i capelli e alto come un ssoldo di cacio...Mi lascia ssfuggire un sospiro un po' fisschiante, mentre mi sedevo e aprivo il mio registro, guardandomi intorno. Banchi vuoi e tutti ordinati, ma niente affatto puliti. Eh, i ragassi...ma no, probabilmente quelle incisioni erano lì da un po'. "W il Puddlemere United"; no, forsse quella era un tantino recente.
Comunque c'era ssilenzio, e mi mancava il cicaleccio degli sstudenti, ma che ci potevo fare, ancora era pressto, e dovevo rassegnarmi al fatto di non dormire più come una volta. I vecchi dormono poco, hop hop, 4 ore e ssiamo a posto, o almeno io ssono a posto. Più svegli dei giovani, molto meno tempo persso.
E adesso avevo una bellissima lessione da tenere, qualcosa di divertente, avevo notato che i mie sstudenti avevano l'abitudine di recuperare il sonno persso durante le mie ore di lessione.
Giussto per fare qualcosa puntai la bacchetta verso la lavagna, e in una grafia elegante ma un po' tremolante comparvero le parole: "Archibald Guinness, professore di Storia della Magia."
Giussto una presentassioncina.

 
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Why Juno, Why?
view post Posted on 21/4/2009, 11:45




Una delle giornate più calde della stagione, ohssì; la Primavera, a quanto pareva, aveva intenzione di iniziare per il meglio.
Accovacciata sul davanzale di una delle grandi finestre al primo piano, vi era la nostra piccola Juno indaffarata in quel che sembrava una ricerca disperata di ritrarre il platano picchiatre che, strnamente, non stava fermo un attimo.
La tiepida brezza che passa a rinfrescare l'aria di tanto in tanto, non era per nulla sufficente contro quel caldo improvviso, e così, dopo vari sbuffi, aver riposto le sue cose nello zainetto ed essersi legata i lunghi e mossi capelli usando come codino la sua sciarpa della divisa, il microbo si alzò dalla sua postazione.
Fermò un piccoletto che correva agitato chissà dove facendogli lo sgambetto e mentre quello cercava disperatamente di capire cosa gli fosse successo, la tassorosso s'infilò la solita liquirizia in bocca e si chinò verso di lui a dargli una mano.
Stai attento! Se calpesti Mrs Purr credo che Gazza non ci rimarrà tanto bene, sà?
sgranò gli occhietti vispi e stentò un sorriso.
Sai che lezione c'è oggi?
S-s-storia della m-magia.. credo.
Oh bene! Grazie mille pulce.
E così, come se nulla fosse, s'incammino vero l'aula lì vicino.
Non aveva mai frequentato alcuna lezione di quella materia, se proprio vogliamo dirla tutta, e difatti enorme fu lo stupore nel vedere la minuta e rachitica figura del professore vicino la lavagna quando entrò.
Ohoh.
Si sedette in uno dei banchi infondo alla classe, posando lo sguardo sul nome scritto sulla lavagna.
Presentati piattola.
Buonsalve!
Io sono Jane Oliva, Tassorosso.
 
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You're special, Damian.
view post Posted on 21/4/2009, 11:53




Per qualche peculiare e inverosimilmente rara congiunzione astrale, il mio Dam si era svegliato decisamente presto, quella mattina. Ed era persino in orario per la sua prima lezione. Sicuro di stare bene, anima mia? Non ti senti la fronte scottare, gli occhi lottare per chiudersi nuovamente? No? Strano, stranissimo.
Tanto più che la lezione che il mio piccolo si apprestava a frequentare non era delle più allettanti: storia della magia, probabilmente la materia più noiosa dai tempi in cui io stessa, ora povera spiritella, frequentavo Hogwarts. Ma il mio Damian non sembrava per niente annoiato alla prospettiva, e invece camminava tranquillo per i corridoi, con le braccia lunghe e magre abbanonate lungo ai fianchi, e quell'irritante borsone di pele nera che batteva ripetutamente contro la sua gamba magra, producendo un lieve tintinnio, dovuto principalmente alla spropositata quantitò di spille che lo ricoprivano, ma soprattutto per la presenza del fido Tacito, all'interno.
Chi è Tacito? CHI è TACITO? Oh, non fatemi sentire dal mio ometto, ne rimarrebbe infinitamente deluso, considerato che è assolutamente convinto che il suo migliore amico debba essere conosciuto a livello mondiale. E celebrato con statue e festività nazionali, anche. "Il giorno della tazza verde sorridente", non vi sembra una festività assolutamente adorabile? I bimbi girerebbero con le loro piccole tazze verdi, e..
Ma non divaghiamo. Stavo parlando del mio piccolo, invece: che quel giorno, con mio grandissimo orgoglio, indossava niente meno che un'autentica, formale divisa di Hogwarts. Ohssì, avete sentito bene. Con tanto di camicia bianca e cravatta bluargento dal nodo allentato, che penzolava mollemente dal suo collo magro. Sei delizioso, piccolo mio, davvero, un vero e proprio DAMerino.
Perchè non ridi, caro? Oh già, tu non lo fai mai. Dovrei saperlo, dopo undici anni con te.
In oni caso, il mio ometto era giunto nell'aula dove si sarebbe tenuta la lezione, e la sorpresa si dipins..no, meglio dire che fu sorpreso nello scoprire che era il primo studente, certo, ma sul suo viso non si dipinse proprio niente. Amorfo e piatto, come al solito.
Ecco, vedi quell'amabile vecchietto ala lavagna, Dam? è il tuo professore, e faresti bene a slutarlo rispettosamente. E anche ad aiutarlo a scrivere magari, considerato che appare un pò in difficoltà, ma fallo solo se te lo chiede esplicitamente, o potrebbe interpretarla come una mancanza di rispetto.
"Buongiorno, professore."
Naturalmente, il minimo indispensabile, prima che il mio ometto si andasse a sedere in un banco a metà classe, sotto mio specifico invito. Non vorrai apparire subito svogliato e andare a raggomitolarti in quel banco nell'angolo in fondo, no Dam?
Sì, lo so che l'avresti di gran lunga preferito.
 
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clarissaDie,die,DIE!
view post Posted on 21/4/2009, 14:40




Occhi appesantiti da una quantità non trascurabile di ore di sonno sostavano arrossati dietro le palpebre che, simili a saracinesce Babbane, impedivano ad estranei - uno su tutti la luce - di introdursi ed abbracciare quelle iridi di ghiaccio ancora troppo fredde per essere scaldate dal sole. La piccola Clarissa sostava ancora immobile sotto lo spesso piumone: capo assente sul morbido guanciale, corpo rannicchiato in posizione fetale e le mani sproporzionatamente grandi rispetto alle lunghe braccia magre chiuse in due pugni serrati. L'idea che fosse troppo tardi per continuare a dormire e che, quindi, fosse già tempo di alzarsi continuava a martellarle nel cranio in modo fastidioso, ma naturalmente alla neo Grifondoro mancavano completamente le forze e la voglia di cercare di risponderle a tono. No... un altro minutino, sussurrava la sua voce in un sibilo melodioso che sembrava seguire le stesse note di una ninna nanna antica. Nella mente nessun pensiero; tutto svuotato per ritrovare la pace adatta per assopirsi nuovamente. Strinse un po' di più gambe e braccia al resto del corpo, flettè poco di più il collo quasi a far toccare al mento appuntito lo sterno ed infilò il labbro inferiore nella sottile fessura che si apriva fra le due arcate dentali, mentre le dita correvano come ansiosi ragnetti ad infilare i propri artigli nel cuscino che profumava di lavanda. Assoluta pace, assoluto silenzio.
Sbam!
Come non detto. Quand'è che la finirai di sognare epiche traversate suicide a bordo di un vascello fantasma che sguazza tranquillo nel Triangolo delle Bermuda? Quando? Tutto quell'oscillare ipotetico e non finirà per farti svegliare ogni mattino in preda al mal di mare; per non parlare poi dei numerosi bernoccoli che la tua fronte immacolata non vede l'ora di ospitare. Ti porti le mani alla fronte, biascicando simpatiche paroline Russe che la forzata convivenza con Rena ti ha stampato indelebilmente nel cervello, e barcollante ti dirigi verso il baule in cui sono stipati i tuoi averi di studentessa. Sei ad Hogwarts, adesso. Più alto è il sole e più vicina è l'alba: l'ennesimo giorno di scuola.
E lei, come al solito, era in un ritardo spaventoso, a causa del suo minuscolo problema di distrazione. Non trovò neanche il tempo di autoinfliggersi una qualsiasi punizione, o di ammonirsi, e tantomeno i secondi necessari per sistemare il suo disordinato abbigliamento; doveva soltanto pensare a correre, soprattutto adesso che i corridoi si erano fatti stranamente deserti, e la porta dell'aula di Storia della Magia sempre più vicina. Entrò in classe padrona di una discreta asma che non si preoccupò neanche di nascondere.
"B-buon giorno"
Balbettò tra una boccata d'aria e l'altra, e scivolando quatta quatta in uno dei primi banchi della seconda fila finse di aggiustarsi la pesante tracolla sulle spalle, saltando a piè pari gli sguardi di profonda perplessità che stavano cercando di aggredire la sua minuscola figura.
E' lei, è lei. La folle dello Smistamento, il terrore di ogni cappello.
 
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3 replies since 21/4/2009, 07:39   138 views
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