| Per qualche peculiare e inverosimilmente rara congiunzione astrale, il mio Dam si era svegliato decisamente presto, quella mattina. Ed era persino in orario per la sua prima lezione. Sicuro di stare bene, anima mia? Non ti senti la fronte scottare, gli occhi lottare per chiudersi nuovamente? No? Strano, stranissimo. Tanto più che la lezione che il mio piccolo si apprestava a frequentare non era delle più allettanti: storia della magia, probabilmente la materia più noiosa dai tempi in cui io stessa, ora povera spiritella, frequentavo Hogwarts. Ma il mio Damian non sembrava per niente annoiato alla prospettiva, e invece camminava tranquillo per i corridoi, con le braccia lunghe e magre abbanonate lungo ai fianchi, e quell'irritante borsone di pele nera che batteva ripetutamente contro la sua gamba magra, producendo un lieve tintinnio, dovuto principalmente alla spropositata quantitò di spille che lo ricoprivano, ma soprattutto per la presenza del fido Tacito, all'interno. Chi è Tacito? CHI è TACITO? Oh, non fatemi sentire dal mio ometto, ne rimarrebbe infinitamente deluso, considerato che è assolutamente convinto che il suo migliore amico debba essere conosciuto a livello mondiale. E celebrato con statue e festività nazionali, anche. "Il giorno della tazza verde sorridente", non vi sembra una festività assolutamente adorabile? I bimbi girerebbero con le loro piccole tazze verdi, e.. Ma non divaghiamo. Stavo parlando del mio piccolo, invece: che quel giorno, con mio grandissimo orgoglio, indossava niente meno che un'autentica, formale divisa di Hogwarts. Ohssì, avete sentito bene. Con tanto di camicia bianca e cravatta bluargento dal nodo allentato, che penzolava mollemente dal suo collo magro. Sei delizioso, piccolo mio, davvero, un vero e proprio DAMerino. Perchè non ridi, caro? Oh già, tu non lo fai mai. Dovrei saperlo, dopo undici anni con te. In oni caso, il mio ometto era giunto nell'aula dove si sarebbe tenuta la lezione, e la sorpresa si dipins..no, meglio dire che fu sorpreso nello scoprire che era il primo studente, certo, ma sul suo viso non si dipinse proprio niente. Amorfo e piatto, come al solito. Ecco, vedi quell'amabile vecchietto ala lavagna, Dam? è il tuo professore, e faresti bene a slutarlo rispettosamente. E anche ad aiutarlo a scrivere magari, considerato che appare un pò in difficoltà, ma fallo solo se te lo chiede esplicitamente, o potrebbe interpretarla come una mancanza di rispetto. "Buongiorno, professore." Naturalmente, il minimo indispensabile, prima che il mio ometto si andasse a sedere in un banco a metà classe, sotto mio specifico invito. Non vorrai apparire subito svogliato e andare a raggomitolarti in quel banco nell'angolo in fondo, no Dam? Sì, lo so che l'avresti di gran lunga preferito.
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