| Sono seduta su una sedia che probabilmente e' stata fabbricata prima che i miei nonni fossero nati, ed infatti continua a scricchiolare. Che fastidio. Mi trovo stranamente in biblioteca, non sono qui per studiare. No, scherziamo? Le persone che vanno in biblioteca per studiare secondo me sono esibizioniste, puoi benissimo studiare anche in camera tua. Ma forse qui cè piu silenzio. Suvvia, il silenzio non piace a nessuno, e' così da film horror, non ti aspetti altro che un'idiota vestito di nero ti spunti dietro alle spalle. Comunque sia, sono in biblioteca per starmene un po in pace, la' fuori e' una cosa troppo frenetica. E ragazzi che tornano dalle lezioni, e ragazzi che cercano di saltare le lezioni, altri che urlano come scimmiette in piena crisi ormonale, e di tanto in tanto ti passa quel ragazzo, quello scuro. Quello con i capelli in faccia, che non si sa come ma riesce a vedere. Insomma, è quel ragazzo che si attacca un pezzo di metallo al collo, porca miseria, un giorno a quel ragazzo verra' una bella infezione. E poi certo, cè anche quel ragazzo bello come il sole, che ti scioglie con un sorrisone dei suoi, che ti mostra i suoi denti bianchissimi e drittissimi, con quei capelli così irresistibili e quello sguardo così affascinante! Ma si, quei tipi li vedi una volta e poi spariscono dalla faccia della terra, sto cominciando a pensare che siano delle specie di "visioni" potrebbe anche darsi. Non potevo fare a meno che pensare, e io chi ero? Quella bella? O quella un po' sfigata? Uhm. Avrei dovuto chiederlo a qualcuno ma sono sicura che mi avrebbe guardata malissimo. Ciao che male, mi avrebbe fulminata con lo sguardo e poi quel qualcuno si sarebbe messo a ridermi in faccia. Meglio chiedere alla mia migliore amica, sperando che mi risponda con sincerita'. Anche se, sempre con sincerita' io non penso di far parte delle sfigate. Appoggiai il gomito sul tavolo, vecchio come la sedia, appoggiai poi il mento sul palmo della mia mano, e rimasi a fissare la porta per un po' di tempo. Mi ero incantata, e nello stesso tempo mi stavo facend le mie solite paranoie mentali, che in un modo o nell'altro sono sempre molto utili, si, per diventare ansiosi e per farsi mille problemi. In biblioteca non c'era quasi nessuno, e la cosa si faceva ancora piu inquietante. Era un caldo pomeriggio, saranno rimasti tutti fuori a godersi il sole, giocando a qualche stupido gioco con la palla, parlando di pettegolezzi. No, non fa per me. Io partecipo alla vita notturna, io sono solo alle feste. Il sole i fa male, mettiamola così. Forse sono anchio un po' scusa come quel ragazzo che passa sempre in corridoio. Uhm, mah.
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