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Fa troppo, troppo caldo qua.

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Andrea;
view post Posted on 14/5/2009, 16:40




Oh no! Non aspettatevi niente di particolare da me.
Il fatto che io sia la dolce e sanguinaria pupilla della nuova narratice non deve in alcun modo portarvi a crede che la mia vita sia un continuo ripresentarsi di brividi ed emozioni. Tutto il contrario.
Io, Andy sono per me stessa, seguo meticolosamente la mia rutine giornaliera in mancanza di valide alternative.
Nottata di caccia nei villaggi nelle vicinanze della casa, mattina di sonno e pomeriggio dedicato interamente al bighellonaggio.
Certo, non ho certo di che lamentarsi. Una casa completamente a mia disposizione per la maggior parte delle ore della giornata non è ciò che la maggior parte delle persone desiderano?
Esattamente, e io non sono tipo da sputare nel piatto in cui mangio.
Era caldo, quel giorno.
Tremendamente caldo a dire il vero, nonstante corresse ancora la stagione primaverile il sole batteva a picco rendendo il paese una fornace ed indisponendone gli abitanti.
Io non amo quel tipo di giornata.
Diciamo pure che mi mette di cattivo umore, mi stizza, rendendomi soggetta alla fame ed agli sbalzi d'more più che mai. Il fatto che me ne dovessi stare tutto il giorno rinchiusa in casa a fare niente non aiutava di certo. Pe runa volta avrei voluto i miei due insopportabili coinquilini intorno.
Le tende di tutto l'edificio erano state tirate non appena Sam e JJ erano usciti dalla porta d'ingresso. Ogni mttina lo stesso, patetico rituale. Le imprecazioni a gran voce di Sam che mi svegliavano, le risposte monosillabiche di JJ che mi mandavano i nervi afior di pelle e poi via, loro fuori di casa, nel mondo babbano, a fare chissàpoichecosadicosìeccitante ed io lì, rinchiusa in quelle quattro mura al riparo dal sole. Da qulla stupidissima stella che mi distuggeva ogni singola giornata che Dio metteva in terra.
PuaH, sempre se esisteva un Dio.
Quel preciso pomeriggio comunque, immersa in quell'insolita calura, me ne stavo, così come una normale diciassettenne, in pantaloncini rossi di spugna e canottiera, con le cuffie sugli orecchi ed un vecchio walkman in mano.
No, per i più informati di voi, non essendo mai stata ad Hagwarts non mi ero mai distaccata da quegli utensili babbani che tutti dicono "così superati" e quindi mi ritrovavo a scimmiottare un video delle spice girls con in testa una delle canzoni più famose di tutti i tempi.
Help, I need somebody
Help, not just anybody
Help, you know I need someone, help

Beh, cosa avete da guardare? Chi ha mai detto che i vampiri non devono avere un buon gusto nella scelta della musica? Bene ecco. Quindi sciolare.
 
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Joe Jackins
view post Posted on 14/5/2009, 17:34




Cazzo, faceva davvero troppo caldo fuori per andarsene a giro a fare qualsiasi cosa, perciò avevo mollato Sam al suo cazzeggio e avevo deciso di tornarmenene a casa per bermi una birra fresca e poter girare in mutande senza che nessuno mi rompesse le palle.
Sbuffai pesantemente mentre mi scostavo i capelli che si stavano appiccicando alla fronte e infilavo la chiave nella serratura, girandola una volta sola e entrando nell'ingresso buio e fresco.
Ero accaldato, e stavo sudando, perciò mi tolsi la maglietta e la gettai in un angolo. Sì, l'ordine regnava davvero sovrano in quella casa. Come avevo già pensato, mi tolsi anche i pantaloni e rimasi in mutande. Beata libertà.
Mi accorsi solo in quel momento che la casa era fottutamente buia, e ok il caldo, ma così non vedevo nemmeno dove cazzo stavo mettendo i piedi.
Doveva essere stata Andrea, perchè Sam non si era mai degnato nemmeno di sfiorarle le tapparelle. Comunque non me ne fregava un granchè, si perchè in cucina ci ero arrivato lo stesso senza spaccarmi qualche osso.
Aprii il frigorifero godendomi per un po' il fresco addosso, prendendo una birra e richiudendolo prima di prendermi una broncopolmonite, la stappai e ne mandai già un sorso. Cazzo, mi ci voleva.
Ok, non ditemi che sono un maniaco adesso, ma avevo una tentazione fortissima di sbriciare in camera di Andrea. Eddai, cazzo, non ci entravo mai, e tantomeno entravo nel suo letto, perciò non rompete, era pura curiosità.
Calpestai un po' di polvere mentre percorrevo il corridoio con i piedi scalzi, poi aprii la porta cercando di fare rumore, e...
Porca puttana.
Lei era lì, in camera. Ma non era tanto per il fatto che fosse in camera e che io avessi appena cercato di entrare, che mi fermò. E' che lei era...cazzo. Non mi veniva in mente un'altra parola al momento, eppure avrei dovuto essermi abituato a vederla! Ma cazzo (di nuovo), se ne stava lì sul letto con dei pantalonicini corti che le mettevano in risalto il fondoschiena e una canottiera praticamente trasparente.
Era come minimo arrapante, ma lei era di più. Era affascinante, era quasi ipnotica. Al che mi ricordai di essere in mutande, e anche se non mi sarei mai dispiaciuto di trovarmi mezzo nudo in camera di Andrea, lei era capace di causarmi reazioni che non sarebbe stato carino far vedere a una ragazza. Perciò indietreggiai, digrignando i denti, poi sbuffai.
Oh, scusami. Non pensavo che ci fossi.
Ecco, ora mi ero messo nella merda da solo. Sembrava che io mi intrufolassi spesso in camera sua per fare chissà cosa. Fanculo. Però Sam non c'era, ergo Sam non poteva vederla, ergo ero solo con Andrea, e anche se non stavamo facendo un cazzo di nulla, mi sentivo parecchio realizzato.
 
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Andrea;
view post Posted on 14/5/2009, 17:54




Sbam.
La porta. Già, probabilmente il rumore della porta avrebbe voluto di una nuova presenza nel mio pacifico e solitario luogo di caos, ma non lo fece.
Poco contavano i sensi affinati e l'incredibile capacità di fare più cose insieme, il mio assorbimento nei confronti della musica era totale e, devo ammetterlo, assolutamente idilliaco.
Ingorai bellamente tutti i successivi rimori fino a che la spiacevole sensazione di essere osservata con (molta) attenzione non mi raggiunse.
Probabilmente avrei potuto ritirare una radiografid dopo quelle occhiate.
Insomma, era così inconcepibile per quelle due creature che vagavano per casa tenere gli occhi lontani almeno mezzo centimentro dal mio culo?
Effettivamente si.
Aprii gli occhi con aria indifferente e poco mi stupii di trovare JJ davanti a me, raramente il mio istinto sbagliava a fare i suoi calcoli.
Con un veloce gesto spensi lo walkman posandolo sul copriletto nero e balzai sulla moquette rossa che ancora emanava l'odore caratteristico del sangue della vittima della notte precedente. Il corpo giaceva oramai nel bosco, fatto a pezzi per evitare accuratamente che il riconoscimento e quindi l'attribuzione della colpa fosse possibile.
Oh, non storcete la bocca a quel modo.
Che sarà mai.
Mi avvinai all'osservatore che pochi minuti prima era entrato in camera mia con espressione neutra e quando gli fui sufficientemente vicina sfoderai uno dei miei sorrisi più dolci.
No, niente sospiri di sollievo grazie, non mi smbra davvero il caso.
Sarebbe stato quello, il momento giusto per JJ di tentare la fuga.
Tentare, esatto, perchè raramente sarebbe riuscito ad evadere dalla mia irritazione. Avevo appena trovato il modo di sfogare la mia frustrazione giornaliera e certamente non me lo sarei lasciato sfuggire.
Ciao JJ, passato una buona giornata?
Dissi con tono pacato a dieci centimetri dalla sua faccia.
Ti sei divertito tutta la mattina a fare nonsobenechecosa?
Continuai dolcemente.
E, di grazia, COSA CAZZO CI FACEVI IN CAMERA MIA.
D'accordo, lo ammetto, mi sarei potuta risparmiare le ultime grida, ma ero piuttosto gelosa della mia privacy e non amavo essere disturbata. Infondo, avevo pur sempre un segreto da mantenere.
Solo in quel momento mi resi effettivamente conto del fatto che la sua massima attenzione era concentrata sulle evidenti forme che la mia mise da casa metteva perfettamente in risalto.
Sospirai.
Sperando di ottere una risposta quanto meno coerente.
Dannato, dannatissimo fascino.
 
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Joe Jackins
view post Posted on 14/5/2009, 18:16




Cazzo, se ne era accorta. Non che fossi lì, quello glielo avevo detot io. Ma era chiaro che se ne era accorta da prima, ne ero sicuro.
Ero un coglione, fatto e finito, tanto piacere, ciao.
Ora però lei mi si era avvicinata, causandomi qualche scompenso cardiaco, e mi sorrideva, merda.
Il che significava che non mi dovevo assolutamente fidare, ma proprio mentre stavo formulando questa brillante deduzione, mi arrivò il suo profumo alle narici e persi il lume della ragione...Se mai lo avevo posseduto, il lume della ragione.
Il fatto è che...sì, cazzo, sono innamorato di Andrea ok? Ed è una cosa stupida, davvero, una cosa stupida e insana, perchè io non dovrei innamorarmi, specialmente di una che non me la darà mai.
E sinceramente non sapevo che cosa mi trattenesse dal saltarle addosso e strapparle i pantalonicini. Probabilmente il suo sguardo pericoloso, quello che mi faceva temere la morte per decapitazione se solo mi fossi azzardato a toccarla. Merda.
Decisi di risponderle, stare lì con aria da imbecille non era il massimo.
Una merda.
Come sempre, avrei voluto aggiungere, ma hey gente, la vita è bella! Don't worry, be happy e tante allegre menate simili. Sì, certo, vaffanculo.
E tu?
Porca puttana, avevo appena cominciato una conversazione? Cioè, voglio dire, di mia spontanea volontà? Quella ragazza doveva essere davvero davvero gnocca, per fami quell'effetto. Io ormai attribuivo tutto al fatto che fosse gnocca, ma non ero pienamente sicuro che fosse solo per quello, in effetti.
No ,aspetta, adesso mi stava urlando contro.
Magnifico, l'avevo fatta incazzare. Era figa anche da incazzata, per la cronaca, solo che non sapevo che rispondere, perciò optai per una balla.
Non trovavo una maglietta, pensavo che l'avessi presa per sbaglio.
Penoso, JJ, davvero penoso. Ma che cazzo ne sapevo? Non mi veniva in mente niente di sensato. Abbassai lo sguardo, perchè non volevo guardarla negli occhi, mi mettevano troppa soggezione. Il che non era una valida scusa per guardarle le tette, immagino, perciò mi soffermai su un punto indefinito dei suoi capelli.
 
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Andrea;
view post Posted on 14/5/2009, 18:38




Smbrava, come si suol dire, terrorizzato.
Si, terrorizzato era la parola esatta.
Non capivo perchè, sinceramente, ma la profonda ambiguità dei miei occhioni blu aveva sempre terrorizzato gli esseri umani. Un tempo, una delle mie vittime prima di venire a conoscnza della mia vera natura, mi aveva detto che i mieie occhi rispecchiavano la morte.
Ci avevo sempre creduto. Insomma, avevano visto talmenti tanti cadaveri che dovevano aver assunto la particella della putrefazione, del pallore e del sangue che si sparge sulla terra umida.
Avevo sempre attriburito a questo il tmore che incutavano alla gente, ma non mi spiegavo il motivo per il quale JJ e Sam non avessero mai notato le mie stranezze.
Badate bene, probabilmente poteva essere definito come scotoma, quello strano episodio.
vedevano esattamente ed unicamente ciò che desideravano vedere, ovvero la mia dolce figura incarnata nell'innocente orfana che aveva tanto bisogno di protezione.
Non chiedetemene il motivo, ma l'uomo di questo tempo è sempre stato affascinato dalla tipica "donzella in pericolo", che ne sò, probabilmente li arrapava l'idea di immedesimarsi in un coraggioso eroe senza macchia e senza paura per correre in suo soccorso su di uno scalpitante ronzino bianco.
Per quanto riguarda me, bastava guardarmi per capire che senza dubbio non avevo bisogno di essere salvata. Che non ero una donzella. E che ero io il pericolo.
Per riportare l'attenzione sulla comica situazione che vi trovate davanti, no, neppure per un secondo, mi sono bevuta la balla della maglietta, ma, d'altra parte, cosa potevo pretendere che elaborassero quei due neuroni che ancora non erano andati in corto circuito nella sua testolina vuota?
pardon, forse dovrei precisare che almeno uno e mezzo dei due sfortunati neuroni si stavano impegnado saldamente per mantenere lo sguardo del ragazzo inchiodato su un curioso ricciolo che giaceva innerme sulla mia spalla sinistra nonchè fissarmi insistantemente il seno.
Prima o poi, ero sicura, avrei fatto presente a tutti loro che superando la soglia dei 120 chili sarebbero stati provvisti di un seno altrettanto rigoglioso.
Insomma, erano due protuberanze infondo.
Cosa potevano mai avere di così tanto speciale?
Stà lontano da camera mia, amore
oppure mi vedrò costretta ad aprirti a metà i testicoli per giocarci al piccolo chimico.

Et Volilà, in poche parole spiegato il rapporto d'amore e rispetto reciproco che vigeva tra me ei miei amati coinquilini.
Io li minacciavo, loro mi sbavavano addosso e tutto procedeva tranquillo e spedito giorno dopo giorno.
Non vi nego che, per il primo periodo, pensare che loro fossero la cosa più vicina ad una famiglia che avrei mai avuto mi deprimeva alquanto, ma che volete farci? Dopo un po' una ci fa l'abitudine.
 
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Joe Jackins
view post Posted on 14/5/2009, 19:54




Incazzata avevo detto, giusto?
Eppure lei non urlava istericamente come qualsiasi altra diciassettenne con cui mi fosse capitato di avere a che fare. Voglio dire, strilli, lacrime agli occhi perchè avevo invaso la sua privacy e stronzate del genere.
La sua risposta fu bastarda, anche un po' dolorosa a pensarci meglio, visto che mi si stampò bene in mente il senso letterale delle sue parole.
Però cazzo...quella ragazza mi avrebbe fatto impazzire, lo sapevo.
E la cosa che mi faceva più incazzare era che non sarei mai riuscito a farmi considerare più di una misera nullità, un moscerino spiaccicato sul parabrezza della sua vita.
Mi sentivo virilmente annientato, anche perchè mi ostinavo con lei quando francamente avrei potuto scoparmi chiunque. Non era difficile, bastava che mi concentrassi un po' e potevo ottenere l'aspetto del ragazzo ideale di qualunque donzella.
Ma non di Andrea, evidentemente. Alla fine non ci avevo nemmeno provato, con lei, sapevo già che era inutile.
Deglutii, mentre pensavo che ero una mammoletta del cazzo, e che il soprannome Josie mi si adattava alla perfezione.
Ad Andrea serviva un uomo forte, capace di tenerle testa, ma cazzo, io non ero così sfigato! No?
E comunque dubitavo che esistesse un uomo abbastanza forte da tener testa a lei.
Ok, ok, scusa.
Evitai battute idiote sul fatto che potesse toccare i miei testicoli quando le pareva purchè lo facesse, perchè mi sembrava una cosa squallida da dire.
Il suo profumo mi colpì di nuovo, e respirai un po' più profondamente, mentre abbassavo lo sguardo e mi voltavo.
Sì, dopo quella figura di merda, era meglio che mi levassi di torno, se non volevo essere preso a schiaffi. E non volevo, per essere chiari.
Però mi bruciava, ve lo confesso. Mi bruciava come tutte le volte che non riuscivo a toccarla.
 
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Andrea;
view post Posted on 14/5/2009, 20:15




Lo ammetto, forse la mia risposta era stata un tantino, appena appena, leggermante bastarda. Ma che volete farci? Quando una vive per tutta la sua vita da sola vagando senza meta da una città all'altra perde un po' di delicatezza nei riguardi dei rapporti umani.
Sbuffai.
Alla fine non avevo poi così tanta voglia di rimanermene in camera da sola e comunque il mio amato CD dei Beatles era praticamente finito e i mieie progetti per il restante pomeriggio si limitavano all'osservare svogliato di una mosca che volteggava sopra la mia testa e mi faceva impazzire con il suo ronzio.
Mi rischiantai nuovamente sul letto con la delicatezza di un baby elefantino che balla il lago dei cigni e sbuffai.
Eccome se sbuffai.
Facendo svolazzare i miei ciuffi ribelli a spasso per utto il volto.
Li scossi. A tenerli in ordine avevo rinunciato ore prima ma sul volto mi davano decisamente fastidio.
Riportai lo sguardo sul ragazzino riccio che si era fermato qualche secondo proprio sullo stipita della mia porta. Probabilmente non aveva tutta quella voglia di andarsene.
Altrettanto probabilmente aveva un discreta paura ad avvicinarsi a me.
Incrocia le ganbe la sciando scivolare indietro il busto e poggiandomi sugli avambracci.
Come potevano i ragazzi essere così tonti?
Insomma, non era difficile capire quando una donna voleva o meno essere lasciata sola.
Mi chiesi come quel ragazzetto fosse riuscito a farsi tante bimbette.
Non ci avrei scommesso un soldo, vi giuro, ma avevo la certezza di quallo che dicevo, non era più vegine da un pezzo e il suo odore lo confermava, altrimenti i miei dentini si sarebbero allegramenti piantati nella sua carotide o in qualunque altra vena disponibile appena avessi avuto l'occasione di incontrarlo in penombra.
Rimani.
Oramai che hai rotto i coglioni, rimani.

Mi morsi leggermente il labbro inferiore aspettando la sua risposta.
Chiedendomi per quanto ancora avrebbe fatto finta di non aver già deciso di rimanere con me.
Chissà quale differenza correva tra gli uomini e i bambini, qualcosa mi diceva che mi sarei posta questa domanda per sembre.
Wow.
Una domanda per tutta l'eternità.
Sarebbe stato divertente.
 
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Joe Jackins
view post Posted on 14/5/2009, 20:56




Stavo già tornando in corridoio, probabilmente per andarmi a nascondere da qualche parte prima che Sam rientrasse e cominciasse a prendermi per il culo, quando mi sentii richiamare indietro dalla sua voce.
Cazzo, era davvero lei? E davvero mi stava dicendo fdi tornare in camera?
Un sorriso trionfante mi si dipinse sulla faccia, mentre fermavo la mano sulla maniglia. Lo cancellai con una certa difficoltà, mentre mi voltavo verso di lei e rientravo nella stanza.
No, non avrei finto nemmeno per un momento di averci pensato su. Volevo rientrare in quella camera, e volevo stare con lei sul letto, e non a giocare a carte.
Ma ovviamente erano solo sogni del cazzo, che non coincidevano con la triste realtà. Rientrai comunque, e mi sforzai di non rimanere fermo come un imbecille a fissarla, perchè avrei sfidato qualunque uomo a restare impassibile a lei distesa sul letto in quel modo.
I suoi capelli, le sue mani, la sua pelle, cazzo, la volevo, doveva essere mia, ma era una partita persa.
Comunque non mi arresi, e le sorrisi ironico.
Se proprio devo rompere i coglioni...
Mi avvicinai al letto, e mi sedetti sul bordo, non troppo vicino a lei, mantentendo quella necessaria distanza di sicurezza.
Era fottutamente strano, non era mai stato tanto vicino a Andrea, quando ero a casa c'era sempre Sam tra le palle, e adesso invece eravamo lì.
Non che stessimo facendo qualcosa di particolarmente eccitante, ma io avevo già difficoltà serie a non rivelare la parte più animalesca di me, specie quando mi ricordavo di essere in mutande.
Ero in mutande nella stanza di Andrea, cazzo.
Dovevo ricordarmi di respirare, e dovevo ricordarmi che ero un uomo, un uomo, cazzo. Sì, ma non così uomo da svegliare l'amichetto, altrimenti quella mi avrebeb castrato, e allora addio uomo.
 
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Andrea;
view post Posted on 15/5/2009, 14:55




Arricciai il naso metre si sedeva sul bordo del letto.
Aveva ancora paura di me. Beh, non che questo fosse un male, assolutamente tutto il contrario era divertente vederlo soppesare ogni singola mossa per non irritarmi.
Fu una faticaccia trattenere le risate, chissà quanto doveva soffrire il povero piccolo Joseph con tutta quella scarica di testosterone, sfido chiunque a rimanere indifferente in una situazione del genere.
Senza contare che era in mutande.
Andiamo, fammi ridere.
dissi sollevandomi dal letto e guardandolo con lo sguardo estasiato di una bambina che aspetta di vedere il suo gioco di prestigio preferito.
Chissà a che ragazzo avrebbe preferito assomigliare questa volta.
Amavo vedelo cambiare e trovare il mio solito, taciturno e scontroso JJ dietro a persone così fisicamente diverse. Insomma, era divertente.
Mi sembrava di conoscere deci e decine di persone, quando invece era solo lui.
Inclinai la testa di latto aspettando con gli occhioni blu spalancati alla ricerca della mia risata quotidiana.
Peccato che il mio secondo pupillo, lo scaricatore di porto di cui vi parlavo poc'anzi non fosse ancora rientrato, era a di poco comico il modo in cui lo prendeva in giro.
Un po' bastardo, lo ammetto, ma comico.
Si volevano un gran bene infondo, probabilmente erano gli unici a sopportare l'uno la compagnia dell'altro.
Probabilmente.
Bhe, me esclusa, ma io non sono certo da paragonarmi ad un umano.
Sorrisi di nuovo, quasi docilmente.
E mentre aspettavo la sua decisione di accontentarmi pensai che ero felice, davvero felice, di non averlo ucciso.
 
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Joe Jackins
view post Posted on 15/5/2009, 16:00




Della serie: renditi ridicolo di fronte ad una ragazza, e la farai felice.
E io ero anche troppo bravo, c'era chi si sarebbe umiliato completamente solo per farla felice. Ma come dargli torto? Bastava guardarla negli occhi per regalarle la vita. Oh merda, stavo diventando romantico, che schifo.
Insomma, dovevo farla divertire? L'avrei fatto.
Se poi lei avesse fatto divertire me sarebbe stato anche meglio, ma non si può avere tutto da questa cazzo di vita.
Comunque, mi avvicinai un po' di più, e sbuffando mi tolsi i capelli dagli occhi.
Ok, JJ, calmo, non fare gesti avventati, non metterle le mani addosso.
E poi lei aveva un'aria così quieta...tutte cazzate, era come se ce l'avesse avuta una pantera, l'aria quieta. O una vedova nera. Pronta ad ammazzarti quando meno te lo aspetti.
Comunque, feci finta di non sentire la tensione e anche qualcos'altro, poi mi concentrai appena, e feci il mio piccolo trucco. Non era difficile, mi veniva talmente naturale che non dovevo quasi pensarci. Cazzo, era una delle poche cose che mi riuscivano.
I miei capelli si allungarono e diventarono più lisci, tingendosi di un biondo un po' sporco, gli occhi schiarirono e si rimpicciolirono appena, sentii uan barba sfatta crescermi sul mento, tutto il mio corpo stava cambiando trasformandosi in quella merda del mio migliore amico Sam.
Questo immaginavo che l'avrebbe divertita, mi ero trasformato nella perfetta testa di cazzo che animava le nostre pallide giornate.
Certo, non è che fossi proprio uguale, mi ci dovevo ancora allenare un po', però gli assomigliavo parecchio. Poi cambiai di nuovo, tornando me stesso.
Cazzo, era bello essere di nuovo me, e non più la puzzola bionda ambulante.
Tadan. Contenta, mademoiselle?
Domandai, con un sorriso ironico. Probabilmente era stata l'apparizione più orrenda della sua vita, probabilmente, sì. Vedere la faccia da culo di Sam apparirti davanti così all'improvviso può risultare traumatico.
 
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Andrea;
view post Posted on 15/5/2009, 20:54




Incredibile come una tale sciocchezza facesse scattare in me un'insolita allegria.
Non avevo mai provato niente del genere fuori da quelle mura e mai avrei immaginato che entrando in quella casa sarei entrata in un mondo tanto distante dal mio.
Risi.
Piacevolmente, senza forzature.
Risi come avrebbe riso una qualunque diciassettenne al mio posto vedenndo uno dei suoi megliori amici trasformarsi nell'altro e tornare se stesso in pochi minuti.
Risi davvero.
E la mia risata sembò bella anche a me, quella volta.
Oh JoeH, come farei senza di te.
Dissi gettandogli le braccia al collo con una spontaneità che non credevo di avere. COn la semplicità con cui l'avrebbe fatto una bambina umana, ancora spensierata, non corrotta da quella malvagità che aveva sempre guidato il mio animo.
Stavo manifestando una nuova natura, una natura che mai avrei pensato che avrebbe potuto mettere radici in me. Persino il sole era meno fastidioso in quel momento.
Mi staccai dall'abbraccio dopo pochi secondi, stringendo le ginocchia al petto e mordicchiandole piano.
Un altro.
Mi sembrava di vedere quella bambine vestite da principesse che scartavano i regali impacchettati per il loro compleanno uno ad uno che vedevo dalle fronde degli alberi quando ero solamente un cucciolo.
La avevo tanto invidiate, dal basso della mia solitudine, della mia completa indipendenza ed auotnomia.
Le avevo così tanto odiate per il loro essere così egoisticamente felici, per i loro sorrisi smaglianti e le guanciotte rosee.
Ma forse stavo cominciando a capire.
Capire sul serio qualcosa di importante.
Non c'è niente di sbagliato nell'essere felici.
 
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Joe Jackins
view post Posted on 15/5/2009, 21:35




Ok, era un secondo, e lei stava ridendo.
Cazoz, stava ridendo davvero! Vi rendete conto? Rideva, e non l'avevo mai sentita ridere in quel modo.
Ma non era tutto, perchè la sua risata sarebbe stata niente in confronto a quello che fece dopo.
Sì, tanto non ci crederete mai, mi darete dell'imbecille raccontaballe, ma lei mi gettò le braccia al collo. Sul serio!
Porca zozza, forse non vi è chiara la situazione: io ero in mutande, e lei mi stava abbracciando, ok?
Rischiavo un collasso e soprattutto qualche reazione disastrosa nei piani inferiori, ma in quel momento non me ne curai troppo, perchè sentivo il suo profumo da vicino, e i suoi capelli mi stavano sfiorando la faccia.
Io avevo appena avuto un contatto fisico con Andrea. Andrea, la ragazza che popolava i miei sogni da quando era entrata in quella topaia della mia casa, sogni non propriamente casti, adesso aveva le braccia attorno al mio collo. Ricambiai l'abbraccio per un breve momento, sfiorando appena la pelle bianca della sua schiena, il che bastò comunque a farmi correre un lungo brivido lungo tutto il corpo.
Mi sforzai di tenere a bada qualsiasi reazione sconsiderata, mentre lei scioglieva l'abbraccio e io pensavo che non mi sarei più lavato.
Cazzo, no. Anche se forse non era una buona idea, la puzza di schifo in quella casa era anche eccessiva.
Le sue parole mi rimbombavano nelle orecchie. Come avrebbe fatto lei senza di me? Io, piuttosto. Probabilmente avrei scopato di più, quello era sicuro, ma non potevo fare a meno di vederla passeggiare per casa. Una perla in un porcile.
Ci misi un po' per riprendermi dalla cosa, ma lei sorrideva ancora, per cui le rivolsi un sorriso idiota, poi la osservai. Merda, quella ragazza riusciva a far crollare tutte le mie difese.
Sospirai, prima di continuare il nostro gioco. Mi sarei trasformato anche in un vecchio bavoso, se fosse servito a stare lì ancora un po'. Ahah, come se avessi avuto qualche speranza di farmela. Che rabbia.
Mi concentrai un'altra volta, e i miei tratti assunsero quelli del nosro vicino, un omuncolo insignificante, una testa di cazzo che si divertiva a spiarci e a farsi i cazzi nostri tutti i santi giorni.
Lo odiavamo, ovviamente, ma presto si sarebbe trovato qualche sorpresina in casa. Che ne so, un sacchetto bello fumante di...sì, di qualcosa.
 
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11 replies since 14/5/2009, 16:40   256 views
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